di Lorenzo Ruggiero
Maestro di vita, medico ricercatore, ufficiale patriota, due volte esemplare amministratore di Francavilla Fontana e promotore di cultura: il dott. Gaetano Bellanova, nato a Francavilla Fontana il 20 ottobre 1866 e morto nella stessa città il 4 luglio 1966 , è una figura storica assai interessante.
Per rendersene conto è sufficiente leggere attentamente quanto di lui hanno scritto, negli anni scorsi, Rosario Jurlaro, Donato Palazzo, Feliciano Argentina e Giuseppe Cafueri.
Quest’ultimo studioso è custode di una ricca documentazione, che, gentilmente, ha voluto mettere a disposizione di chi scrive.
Si diceva, dunque, che Bellanova è figura storica da osservare attentamente. E questo per vari motivi. Tra questi sicuramente il fatto che è stato tra i discepoli prediletti di Giuseppe Toniolo, il primo santo e sociologo cristiano che l’Italia ha avuto nel XIX secolo. L’iniziativa per l’avvio della Causa di beatificazione di Giuseppe Toniolo è merito della FUCI. Furono i fucini, infatti, che in un’assemblea dei Presidenti, tenuta a Firenze il 21 maggio del 1933, se ne fecero promotori, inviando una lettera postulatoria a mons. Gabriele Vettori, Arcivescovo di Pisa, città dove Toniolo era a lungo vissuto, e a mons. Eugenio Beccegato, Vescovo di Ceneda (Vittorio Veneto), diocesi a cui appartiene Pieve di Soligo, dove riposano le sue spoglie mortali. La lettera, firmata da Igino Righetti e da mons. Guido Anichini, esordiva così: “Le Associazioni Universitarie di Azione Cattolica, anche alla distanza di tre lustri dalla morte del prof. Giuseppe Toniolo, sentono di essere obbligate verso la Sua venerata persona, che in tempi difficili e torbidi seppe tenere alto, nelle aule scolastiche superiori d’Italia, il prestigio delta scienza cristiana e alle giovani generazioni fu esempio splendidissimo di vita santa, tutta impiegata nell’adempimento dei doveri domestici e pubblici e consumata nobilmente nell’affermazione dei principi cristiani nella vita sociale. Il nome di Giuseppe Toniolo infatti vive ancora nelle università italiane, per la fama della sua dottrina e per merito dei suoi discepoli che lo hanno seguito nell’apostolato dell’insegnamento; vive soprattutto, il nome suo, tra i cultori della sociologia cristiana instaurata da Leone XIII, immortale autore della Rerum Novarum“.
Quando era un giovane studente di Medicina a Pisa, il medico francavillese frequentò il “Circolo familiare del giovedì” al quale partecipava un piccolo gruppo di studenti, di varie facoltà universitarie, che seguivano le dottrine e l’esempio morale di Toniolo (1845-1918). In quegli anni, negli ambienti cattolici, si discuteva soprattutto della Rerum Novarum, l’enciclica di Leone XIII del 15 maggio del 1891: la più importante della dottrina cristiana in materia sociale. E sempre in quegli anni, Bellanova, spinto dall’esempio morale del maestro, divenne presidente del primo Circolo Sociale Cristiano, ossia della Democrazia Cristiana di Pisa.
Quanto Bellanova sia stato legato a Toniolo e quale esempio di vita e cultura sia stato quest’ultimo per lui è ben evidente nelle memoria inviate, nel 1950, per la canonizzazione del sociologo e nel fatto che, nel 1952, fu testimone in Roma per la causa di canonizzazione, che si concluse con la proclamazione di Servo di Dio.
Bellanova fu a Pisa dal 1896 al 1898, poi, nel 1899, si trasferì a Roma, sempre più legato idealmente a Toniolo, che prelevava e accompagnava tutte le volte che si recava nella Capitale, sia come membro di commissioni economiche o come conferenziere della Rerum Novarum. Il 10 luglio 1902, sempre a Roma, il medico francavillese si laureò. Dopo le scuole primarie, egli aveva frequentato il ginnasio diocesano, percorrendo “a piedi due volte al giorno la strada polverosa, assolata o fangosa a seconda del volgere della stagione che da Francavilla […] portava a Oria”.
Il 25 giugno 1890, a Lecce, conseguì la licenza liceale. Si iscrisse lo stesso anno alla facoltà di Medicina dell’Università di Pisa.
Nelle ore libere dagli studi, nel 1900, frequentò assiduamente la corsia dell’ospedale di Santo Spirito di Roma, primario il prof. Agostino Carducci, il quale a fine corso scrive: “in tutto questo tempo ho potuto constatare in lui tenace volontà nell’apprendere la severità medica tanto da fargli acquistare una competenza ben rara a riscontrarsi in un giovane dottore”. Nel 1906, sempre a Roma, seguì, con diligenza, il corso teorico-pratico di perfezionamento in Igiene, superando l’esame con la votazione di 30 su 30. Nel 1910, a Firenze, nel Regio Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento supera gli esami prescritti, dopo aver seguito con profitto il Corso di perfezionamento in Clinica Ostetrico-Ginecologica. Negli stessi anni segue anche il corso in Clinica-Chirurgica.
Il 26 luglio 1914, nelle elezioni amministrative, venne eletto consigliere comunale di Francavilla Fontana nella lista del “Blocco Popolare” con 2.484 voti su 4.339 votanti. Il 12 aprile 1915, il Consiglio comunale, con 22 su 23 voti, lo elesse sindaco. Nel 1916, nonostante la carica di primo cittadino gli permettesse di essere esonerato, partì per la Grande Guerra. Come tenente medico fu nel 36° Reggimento M.T. 218° Battaglione Ceprat. Fu, quindi, direttore dell’ospedale da campo “024” zona di guerra (Albania). A Senufer per il Reparto Isolamento fece costruire una cappella e dettò l’epigrafe della prima fontana del luogo. Nel 1917 fu promosso capitano medico.
Dal 1918 al 1922 fu presidente della Congregazione di Carità di Francavilla Fontana. 13 aprile 1922 fu firmatario della mozione di un comitato cittadino che inviò al prefetto di Lecce un promemoria “a sostegno della cessione dell‘ex monastero delle Chiariste alle suore del Divino Zelo del Cuore di Gesù istituite da Annibale Maria di Francia”.
Dal 1942 al 1944 fu podestà di Francavilla Fontana. Tra le altre cose, istituì il servizio farmaceutico notturno. Il 25 novembre 1944, il dott. Gaetano Bellanova, erede dei beni del defunto fratello, l’arciprete don Pietro Bellanova, concesse “l’uso del suo immobile urbano in Maruggio, sulla via Adua in angolo con la via Roma” alla Madre generale dell‘Ordine delle “Discepole del Buon Pastore” con sede in Gallipoli. Le condizioni furono che l’immobile rimanesse “con destinazione di Asilo per i bambini poveri di ambo i sessi del Comune di Maruggio col titolo Asilo Infantile Arciprete Bellanova”. L’allora vescovo di Gallipoli, mons. Nicola Margiotta e il vescovo di Oria, mons. Antonio Di Tommaso, gli scrissero impartendo le “più elette benedizioni”. Nel 1950, il fabbricato, poi di nuova costruzione, fu donato a titolo di beneficenza alle stesse “Discepole del Buon Pastore” e venne riscritta l’epigrafe con i nomi di Pietro e Gaetano Bellanova.
Il 14 luglio 1966, il terziario francescano Pietro, come si faceva chiamare nelle funzioni religiose, lasciò la vita terrena e fu sepolto con il saio francescano.
La figlia Maria (1912-2000), il 24 ottobre 1966, donò all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Facoltà di Medicina e Chirurgia, la biblioteca dei libri di Medicina del padre. Con una lettera datata 9 novembre 1966, il prof. Nello Vian, direttore della Biblioteca dell’università anzidetta, espresse grande apprezzamento per il gesto. Della donazione fu data notizia nelle “Cronache del Policlinico Agostino Gemelli”, pubblicate dalla Facoltà.
Bellanova incarnò profondamente i valori della sociologia cristiana di Toniolo nella vita professionale, civile e politica. Ma fu anche un eccezionale uomo di cultura, soprattutto in ambito biologico, e un attento osservatore delle nuove conquiste della scienza e della tecnica. La sua seria e ponderata produzione scientifica, i suoi studi diletti, le sue ricerche scrupolose, che lo accompagnarono sempre fino agli ultimi mesi della sua vita, gli donarono stima e gli permisero un proficuo scambio di esperienze con i maggiori clinici del suo tempo, in Italia e all’estero. Particolarmente interessante ed importante è la sua prima monografia “Sulla fisiologia del nucleo caudato”, che fu pubblicata a spese e cura dell’ Accademia Nazionale dei Lincei. Così come l’ultimo suo lavoro intitolato “Mixedema e lisozima di Fleming”, pubblicato nel 1961 nel Bollettino della Società di Medicina e Chirurgia del Salento. Per questo studio, Bellanova fu in corrispondenza col noto accademico Cesare Frugoni e sempre su questo argomento, nel 1961, “vegliardo indomito ed ammirevole”, come scrisse il dott. Donato Palazzo nell’elogio funebre, intrattenne a Brindisi i suoi colleghi in una riunione della Società di Medicina e Chirurgia del Salento. Molti furono anche gli scritti rimasti inediti, fra i quali giova ricordare quello a lui più caro sul problema religioso nel Risorgimento che egli conteneva nell’arco di tempo dal 1850 al 1929.