lunedì, 30 dicembre 2024

 

La Crocifissione conservata nella Cattedrale di Oria. Esempio della circolazione dei modelli

Gaetano Sortino, Crocifissione, 1753, Oria, Cattedrale

di Domenico Ble

La Basilica Cattedrale dell’Assunta di Oria al suo interno racchiude memorie artistiche che raccontano l’alto valore storico del luogo, ma allo stesso tempo anche la facoltosa committenza aggiornata con le novità artistiche del tempo. Ad iniziare con questo articolo racconteremo passo dopo passo in maniera semplice, compiendo un viaggio lungo secoli, quanta bellezza è conservata all’interno del più importante edificio sacro della Diocesi di Oria.

Nel titolo abbiamo parlato della “circolazione dei modelli”, di cosa si tratta? Su due piedi potremmo dire che l’arte spesso non è altro che un susseguirsi di “ripetizioni”: i pittori per l’elaborazione dei dipinti guardavano ai modelli elaborati da maestri che nel corso della loro carriera ebbero grande fortuna. Entriamo nel vivo del discorso analizzando la tela della Crocifissione, posta nella parte tergale  dell’altare della Cappella del Crocifisso.

La Crocifissione, opera di Gaetano Sortino e datata 1753. Nell’opera si caratterizza dal forte luminismo del colore, basti osservare le tinte blu, rosso e arancio, presenti in ordine nei manti indossati dalla Vergine Maria, San Giovanni evangelista e Santa Maria Maddalena. La scena è organizzata intorno a Gesù Crocifisso il quale. Egli guarda verso l’alto e si affida a Dio Padre. Di elevata qualità è il riuscito gioco fra luce ed ombra, che in maniera minuziosa rende l’anatomia corporea; osservando bene si riesce ad intravedere la tensione muscolare. In basso ai piedi della croce, disposti in maniera circolare, a sinistra la Vergine Maria osserva gli ultimi momenti di vita di Gesù, sulla destra San Giovanni Evangelista da sfogo allo strazio, osserva e spalanca le braccia, mostrando la sua impotenza davanti a quanto osserva. Ai piedi della croce Santa Maria Maddalena, ella abbraccia il legno e accosta il capo ai piedi trafitti dal chiodo. In secondo piano altre due donne osservano e non trattengono le lacrime, in basso a destra si intravede un cavallo e dei soldati. Interessante oltre al luminismo dei colori è la luce, Sortino in maniera accurata attraverso di essa aiuta l’osservatore guardare il centro dell’opera, sottolineando il centro del messaggio cristiano racchiuso in essa.

L’opera è “figlia”, come anticipato in precedenza, della circolazione dei modelli pittorici napoletani del Seicento e Settecento, attraverso questo fenomeno artistico si diffuse in buona parte dell’Italia uno stile, creando un linguaggio figurativo inconfondibile, simile ad un marchio di fabbrica. Quando si parla di questi modelli il riferimento va a Luca Giordano e Francesco Solimena in primis, a seguire i numerosi allievi che una volta appresa la maniera, l’hanno diffusa attraverso il loro operato.