di Claudio Argentieri
consigliere di Azione Cattolica parrocchiale “Santa Maria della Neve” in Latiano
Abbiamo incontrato tre soci “storici” dell’Azione Cattolica parrocchiale di Santa Maria della Neve in Latiano, per conoscere il modo con cui sono entrati a far parte dell’associazione e i benefici derivati da questa adesione.
Franco Galiano ricorda: “Nel primo dopoguerra prese piede in tutta Italia la bella figura di Carlo Caretto, di cui noi adolescenti leggevamo “Lettere dal deserto”, testimonianza di una profonda esperienza vissuta in Africa nel silenzio, nel lavoro e nella preghiera”. Di questo e di molto altro parla Galiano nel suo libro appena ultimato “I ragazzi di Donna Giacinta” (edito da Locopress). “Negli anni Sessanta, con l’arrivo di don Giovanni Mauro nella Chiesa Madre di Latiano, alcuni ragazzi passarono dalla parrocchia del Sacro Cuore alla Chiesa Madre. In questo gruppo di Azione Cattolica ricordo con piacere l’amico Franco Argentieri, il quale subito si distinse per impegno e capacità, non solo nelle attività parrocchiali ma in quelle cittadine. La vita associativa parrocchiale diventò così anche palestra di cultura civica e sociale”. Franco Galiano ha anche ricoperto diversi incarichi in AC: “Il mio primo incarico fu quello di delegato diocesano Aspiranti, con don Antonio De Stradis assistente diocesano, ma ricordo anche l’incarico da parte del Vescovo nell’organizzare le prime votazioni per la nomina del presidente diocesano. A quei tempi, dopo le Fiamme Bianche, venivano gli Aspiranti di Azione Cattolica con il famoso inno, quindi gli Juniores fino al compimento dei 20 anni”.
Maria Paolina Mustich, in parrocchia a tutti nota come Lina Nacci (il cognome del marito Attilio, una “colonna” dell’Azione Cattolica latianese e diocesana): “Il mio ingresso in Azione Cattolica avvenne nel 1954, studiando al Collegio leccese “Istituto Margherita di Savoia” mi chiesero di aderire ed io con piacere accettai”.
Cosa hai trovato in AC, da spingerti a rimanervi e non lasciarla più? “Nel corso degli anni ho trovato sempre familiarità tra noi, amicizia, disponibilità, soprattutto negli anni passati, quando la nostra associazione era frequentata da molti associati”.
Puoi ricordare qualche persona che ritieni abbia lasciato in te un ricordo particolare? “Il mio ricordo particolare va a mio marito Attilio, che con tanta dedizione e passione si è dedicato all’Azione Cattolica. E come presidente parrocchiale si è prodigato tanto per i giovani e l’ACR per la loro formazione”.
Hai ricoperto qualche incarico? “Sono stata presidente parrocchiale, responsabile insieme a mio marito delle coppie di AC”.
Come sarebbe stata la tua vita senza l’AC? “Non avrei acquisito quelle conoscenze e nozioni che hanno accresciuto la mia fede. Non avrei conosciuto persone che mi hanno dato tanto”.
Quali ricordi più belli ti legano all’AC? “I diversi ritiri diocesani ritornano spesso alla mia mente, in cui ci si incontrava con altri soci provenienti da diverse parrocchie, e con i quali si è instaurata una bella amicizia”.
Cosa vorresti dire ai ragazzi e giovani di AC? “Di affrontare il loro cammino in associazione con dedizione, serietà e amore, rispettandosi reciprocamente”.
Lucia Montanaro, per tutti “Lucietta”, ricorda così la sua prima adesione all’Azione Cattolica: “Negli anni Ottanta conoscevo già l’associazione e le sue iniziative frequentando la parrocchia Santa Maria della Neve, furono Attilio Nacci e Francesco Lonoce, una domenica mattina, a invitarmi ad aderire”.
Cosa hai trovato in AC da spingerti a non lasciarla più? “Frequentavamo a coppie gli incontri settimanali, tratti sempre dai testi che il consiglio nazionale ha sempre fornito, era un impegno che non ci pesava, perché la parola di Gesù non stanca: ti arricchisce e ti educa nella società”.
Come sarebbe stata la tua vita senza l’AC? “Meno impegnata sicuramente, ho ricoperto tanti incarichi tra cui quello di presidente, sin dai tempi di don Luigi Papadia parroco, insieme a mio marito abbiamo gestito la cassa e anche quando è venuto a mancare tuttora ricopro l’incarico di delegata. Senza l’Azione Cattolica non avrei capito in pieno che la Chiesa siamo noi, che siamo le mani e i piedi di Cristo; non so dire come sarebbe stata la mia vita, l’associazione mi ha dato tanto e mi ha fatto trasmettere tanto in famiglia e nella società”.
Quali ricordi più belli ti legano all’AC? “Sono tanti, per prima cosa un gruppo che mantiene, armonioso e attento. Nel corso degli anni nella nostra parrocchia si sono susseguiti tanti parroci, con cui abbiamo collaborato mantenendo il rispetto reciproco”.
Cosa vorresti dire ai giovani e ai ragazzi di AC? “Più che altro il mio è un appello che rivolgo a tutti, dai giovani agli adulti, notando che spesso di Gesù si sa poco, a partire dalla famiglia. Serve tanta preparazione, non bisogna pensare solo a fare numero, è importante lavorare bene per costruire le basi: senza fondamenta solide la casa poi crolla”.