di Luca Carbone
Si sente spesso dire così, infatti, “Non è più come prima”.
La Festa di San Cosimo non è più come prima, l’atmosfera non è più come prima, la gente per strada tra le bancarelle non è più come prima e nemmeno le bancarelle lo sono; non è più come prima il sentire religioso, non è più come prima la compostezza per le strade al passaggio dei Santi… e via di questo passo.
Chi, per esempio, come me è nato negli anni ’80 ed ha vissuto la sua fanciullezza tra la fine degli ’80, i ’90 e i primi 2000 ricorda che San Cosimo e San Barsanofio, le feste, erano i limiti metaforicamente lapidei dell’estate e delle vacanze o, per alcuni, dei lavoretti estivi. La Perdonanza dei Santi Medici apriva e la Festa di San Barsanofio chiudeva l’estate, fino alla prima c’erano i compiti di scuola e le maglie della salute che poi sarebbero ritornati dopo la seconda.
La percezione odierna non è questa perché sono cambiate tante cose, siamo cambiati noi, è cambiato il modo di comunicare, di vivere la socialità e la sacralità, “sono cambiati i tempi” come si dice comunemente. Al cambiamento dei tempi però quasi mai corrisponde un adeguato sviluppo della capacità di capirli questi tempi, di interpretarli, forse perché ci sentiamo per fortuna o purtroppo figli dei nostri tempi ma quasi mai padri (o madri) di questi tempi, pertanto talvolta poco coinvolti dalla capacità di influenzarli, di dare loro una direzione, per quanto nel nostro piccolo.
Ebbene, l’attuale ben nutrito e vario Comitato, di cui lo scrivente fa parte e presieduto dal Rettore della Chiesa Cattedrale di Oria, don Francesco Nigro, sta provando ad assumersi questa responsabilità, non senza fatica e con l’umiltà di ammettere gli errori, ma con l’assertività di chi ha ben chiaro in mente e nel cuore qual è il progetto.
Quest’anno si vivrà una Perdonanza che a tratti recupera e ripropone tanti vecchi segni cari alle persone – la villa, i fuochi, la benedizione dei portatori, la processione degli ammalati -, e altri tratti li aggiunge con un sentire immediatamente più moderno, come il repertorio musicale proposto e l’interazione, anche pastorale, attraverso i social, con il coinvolgimento diretto di tante fette della popolazione, fedeli devoti nella nostra società.
Non nascondiamo che certi tentativi sono stati già compiuti nel passato recente e, infatti, la marca caratteristica del lavoro di questo Comitato è quella spirituale, in continuità con le indicazioni dei Vescovi pugliesi.
L’obbiettivo, da questa edizione, è che tutti gli attori coinvolti nella realizzazione della Perdonanza vivano la fede, la preghiera, la liturgia e il messaggio cristiano testimoniato dai Martiri più pienamente, autenticamente e andando oltre la Perdonanza stessa.