Don Andrea Santoro
vicario episcopale per il Cammino sinodale
È guizzato un fremito in tutti, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, convenuti per la Prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, all’evocazione delle parole che San Giovanni XXIII ha pronunciato in apertura del Concilio Vaticano II: “La Madre Chiesa si rallegra perché, per un dono speciale della Divina Provvidenza, è ormai sorto il giorno tanto desiderato” (11 ottobre 1962). Ci siamo sentiti in un momento di rinnovata Pentecoste perché urge il tempo di realizzare quella missione nello stile della prossimità, che aveva animato l’apostolo Paolo.
Assaporare questa esperienza sinodale ha fatto nascere una gioia profonda tra di noi. Sentiamo vere le parole di Mons. Castellucci: gioia per avere insieme celebrato, pregato, interagito; per avere potuto confrontarci liberamente: allo stesso tavolo donne, uomini, presbiteri, Vescovi, laici, consacrati e consacrate, giovani e anziani, delegati provenienti da tutte le zone della Penisola (tutte le Diocesi sono rappresentate) e persone di diversa formazione, sensibilità, ruolo. Abbiamo sperimentato, sebbene rapidamente, la bellezza di essere “popolo profetico”. Questo è il Cammino sinodale, prima ancora e forse più ancora che un testo scritto. Come tante volte ci siamo detti, e il Papa stesso ci ha rammentato fin dall’inizio, è l’esperienza sinodale a doversi incidere in maniera indelebile nelle nostre Chiese: stili e prassi sinodali sono e saranno i frutti più significativi di questo Cammino.
Camminando insieme, s’apre cammino!